di Shors Surme –
“Gli Stati Uniti hanno abbandonato le loro alleanze per schierarsi con la Russia contro l’Europa”. Questa è l’idea promossa da molti commentatori in Gran Bretagna, Francia e Germania negli ultimi giorni, ma il Washington Post è andato oltre affermando che “Per l’Europa questo è un momento di emergenza. Gli Stati Uniti, che hanno garantito la sicurezza europea contro la Russia per 80 anni, sembrano aver cambiato posizione sotto la presidenza di Donald Trump”.
Sulla base di questa analisi, l’Unione Europea ha tenuto due vertici ai quali la Gran Bretagna ha partecipato come membro temporaneo. In Francia è stato dedicato all’argomento un dibattito parlamentare di sei ore, con il primo ministro François Bayrou e i leader di numerosi partiti che hanno dato prova del loro talento oratorio in discorsi altisonanti e pieni di espressioni virtuose, ma privi di sostanza.
Si è parlato di raddoppiare i bilanci della difesa, inviare truppe in Ucraina, creare un esercito europeo che includa la Turchia e ridurre la Nato a una mera reliquia.
John Bolton, che è stato consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Trump, è sembrato molto entusiasta quando ha parlato ai media europei della sua previsione sul ritiro degli Usa dalla Nato.
Anche il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov si è detto favorevole a un ritorno ai bei vecchi tempi dell’egemonia statunitense-sovietica in un mondo bipolare, ammettendo implicitamente la disponibilità ad aiutare Trump a tenere a freno i mullah di Teheran.
Sullo sfondo il forse non casuale fallimento dell’incontro a Washington di Volodymyr Zelensky nello Studio ovale, dovuto probabilmente all’approccio “rivoluzionario” della nuova amministrazione Usa.