di D.B. –
E’ sull’isola di Nantucket, appartenente al Massachusetts, che il presidente Joe Biden e la sua famiglia si sono riuniti per decenni per celebrare tutti insieme il giorno del Ringraziamento, ma è anche il luogo in cui Biden ha spesso soppesato alcune delle decisioni più importanti della sua carriera.
E’ a Nantucket che i figli Beau e Hunter Biden spinsero il padre Joe a candidarsi alla presidenza per succedere a Barack Obama, visto che a quell’epoca Joe ricopriva la carica di vicepresidente, ma quella corsa non ebbe poi seguito a causa della morte a soli 46 anni, per un tumore al cervello, del primogenito Beau.
Ma è su quella stessa isola che, due anni fa, la famiglia di Biden lo incoraggiò a candidarsi per la rielezione presidenziale, nonostante le evidenti perplessità dei democratici e degli opinionisti sulle sue condizioni fisiche e di lucidità per ricoprire un secondo mandato alla Casa Bianca.
Ed è infine a Nantucket che Joe Biden (82 anni) ha preso la decisione che sia i suoi critici, ma anche molti dei suoi sostenitori, temono possa offuscare la sua eredità morale di presidente americano uscente.
Nel fine settimana seguito al 28 novembre 2024, giorno del Ringraziamento, a Nantucket Biden ha annunciato di aver concesso la “grazia totale e incondizionata” al suo secondogenito Hunter (54 anni), condannato per reati fiscali e possesso illegale di armi da fuoco. La grazia cancella tutte le condanne di Hunter Biden per i reati federali commessi tra il 2014 e il 2024, evitandogli una sentenza fino a 25 anni di carcere.
Tutto questo in aperta contraddizione rispetto a quanto Joe Biden dichiarava da mesi, insistendo che non avrebbe perdonato il figlio. Il presidente americano, nel cambiare radicalmente idea, ha spiegato di essersi deciso per la grazia perché sentiva che suo figlio era stato preso di mira dagli oppositori politici che stavano cercando di distruggerlo, perseguitando la sua famiglia.
Biden lascerà l’incarico tra poco più di un mese, ma il suo ultimo atto, ovvero la grazia al figlio come colpo di spugna, concessa al termine della sua presidenza, influenzerà il modo in cui sarà ricordato negli anni a venire.
La reazione di molti democratici è stata immediata. In tanti hanno scritto su X che: ”Joe Biden è un bugiardo e un ipocrita, fino alla fine”. “Costituisce un brutto precedente”, ha commentato il deputato dem della California Adam Schiff, ottenendo il consenso di tanti altri.
Douglas Brinkley, professore di storia alla Rice University, ha commentato: “Biden aveva dato la sua parola, si era fatto la croce sul cuore e poi, ahimè, ha finito per fare esattamente il contrario. Alla maggior parte degli americani sembrerà sbagliato, ma altri diranno che essendo un padre sono prevalsi in lui i sentimenti paterni verso suo figlio. Tuttavia, non c’è niente di positivo in tutto questo”.
Biden era entrato alla Casa Bianca nel gennaio del 2021 promettendo agli americani che avrebbe offerto una leadership competente, una mano ferma e un ritorno alla normalità dopo i quattro anni caotici di Trump. Il Paese era ancora alle prese con la pandemia, per fronteggiare la quale Biden si era assunto il compito di sdoganare i vaccini e le mascherine. Ma il quadriennio di Biden è stato scosso da tante altre turbolenze. Fra tutte l’inflazione, salita al livello più alto degli ultimi quarant’anni, e poi i soldati americani morti durante il caotico ritiro dall’Afghanistan, i migranti riversatisi nel paese lungo il confine meridionale, il costoso sostegno in armamenti alla guerra in Ucraina e l’inefficace posizione nei confronti del governo israeliano per quanto sta compiendo nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Infine, il problema di avere deciso tardivamente di ritirarsi dalla corsa verso il secondo mandato, con tutte le conseguenze del caso che hanno contribuito all’insuccesso di Kamala Harris.
Il mandato dei presidenti americani, in effetti, concede loro ampia autorità ai sensi della Costituzione per concedere la grazia per i crimini federali, ma molti, così come succederà anche a Biden, hanno dovuto affrontare critiche assai aspre per il modo in cui hanno utilizzato tale potere.
La grazia concessa da Gerald Ford nei confronti di Richard Nixon probabilmente gli costò il secondo mandato. Bill Clinton fu messo alla berlina per avere concesso una serie di grazie nelle sue ultime ore in carica, inclusa quella per suo fratello Roger, che era stato condannato per avere venduto cocaina a un agente di polizia sotto copertura. Anche Trump ha graziato dozzine di persone durante il suo primo mandato, tra cui il padre di suo genero e alcuni dei suoi più stretti alleati che erano stati condannati per crimini che vanno dalla frode finanziaria alla manipolazione di testimoni e altro ancora. Biden, però, è il primo presidente a perdonare uno dei suoi figli.
Il giudice federale statunitense Mark Scarsi, che ha chiuso il processo penale contro Hunter Biden dopo la grazia, ha criticato la personalizzazione del presidente sulle accuse a suo figlio. Scarsi, che era stato nominato da Trump, ha scritto che la Costituzione conferisce al presidente ampia autorità per concedere la clemenza, “ma da nessuna parte la Costituzione dà al presidente l’autorità di riscrivere la storia”.
Melissa DeRosa, stratega del Partito democratico, ha affermato che gli americani possono simpatizzare con un genitore che vuole aiutare suo figlio, ma le azioni di Biden minano la sua credibilità, la sua eredità e quello che la gente credeva di conoscere. “È sempre stato percepito come un uomo d’onore e d’integrità” – ha concluso la DeRosa – “ma questo lo mette in discussione”.