di Lucio Leante * –
“L’Europa ha deciso di riarmarsi e di costruire finalmente una difesa europea”. Così hanno scritto vari commentatori dopo la decisione del Consiglio europeo di ieri a Bruxelles di dare “luce verde” al frettoloso piano “Rearm-Europe” proposto dalla Commissione dell’UE al fine supposto di apprestare “una difesa europea autonoma dagli USA, che sarebbe necessaria ed urgente per la presunta “minaccia russo-putiniana” e per il contemporaneo altrettanto presunto “disimpegno americano-trumpiano”, ma che però risulta all’analisi impossibile da realizzare in tempi rapidi.
La mancanza di realismo, le contraddizioni e gli errori di calcolo dei capi di governo europei sono stati tanti e tali da lasciare l’impressione che ieri a Bruxelles, come avviene da tempo, abbiano voluto fare soprattutto un’operazione di immagine con un’esibizione muscolare fittizia, che, però, i contribuenti rischiano di pagare a caro prezzo con massicci acquisti di armi vere praticamente superflue in nome di un’emergenza sicurezza che non c’è.
Basta partire da qualche semplice domanda.
Non è forse strano che gli europei si scandalizzino e si rifiutino di mettere mano al portafogli quando Trump chiede loro di aumentare le spese militari in misura minima, per un semplice 2% del PIL- dando sfgli europei la possibilità di potere conservare l’”ombrello americano” (sia convenzionale, sia nucleare) sull’Europa e oggi si dichiarino, invece, disposti a spendere molto di più, fino ad un 3,5% del PIL (cioè ben 800 miliardi in 4 anni come prevede il piano della Commissione UE) per costruire “con urgenza” una difesa autonoma dagli USA comprando una panoplia di armi (si noti convenzionali e tra l’altro dagli USA)? E quindi per dotarsi di una dissuasione (un ombrello) solo convenzionale e non anche un ombrello nucleare che può essere fornito, come accade attualmente solo dagli USA? Non significa forse spendere il doppio per ottenere la metà?
Rispondere che un riarmo convenzionale massiccio ed immediato serve all’obbiettivo di innalzare da subito e “con urgenza” una difesa europea autonoma dagli Usa contro le presunte mire espansionistiche di Putin (una congettura irrealistica e molto improbabile) è ingannevole perché si sa bene che quell’obbiettivo richiede tempi lunghi, gradualità e soprattutto programmazione. E richiede quindi anche per una lunga fase la persistenza dell’ombrello nucleare e convenzionale americano – e quindi la Nato- per un lungo periodo. Allora, anche ammesso che la minaccia putiniana sia realistica (e noi pensiamo che non lo sia), dov’è quell’urgenza di un riarmo massiccio se la Nato è comunque desinata a permanere?
La verità è che quel riarmo viene presentato come urgente sulla base di una affermazione documentalmente falsa: ed è che Trump avrebbe già deciso di “non difendere più i paesi europei” e quindi di sbaraccare la Nato. Il presunto “disimpegno americano” è un vero falso (una fake news) che circola nei mass media e che anche a Bruxelles viene dato strumentalmente per scontato.
La verità è invece che Trump ha sempre detto che non difenderà quei paesi della Nato che non ottempereranno ai loro vecchi impegni di spesa militare (di almeno il 2% del loro PIL). Lo ha ripetuto anche mercoledì scorso in una sua intervista: “se non pagherete, non vi difenderemo” – ha detto. Nella stessa intervista lo stesso Trump ha aggiunto di considerare l’alleanza “potenzialmente buona”, ma “molto ingiusta”. Di quale “abbandono” degli europei e di quale “disimpegno” trumpiano dalla Nato, dunque, parlano i leader politici europei ed i commentatori dei giornaloni (soprattutto quelli di sinistra)?
Essi sanno bene che anche il piano di riarmo della Commissione implica la persistenza della Nato e dell’ombrello nucleare americano. Se fosse reale il presunto disimpegno di Trump e il suo abbandono dall’Europa alle presunte mire espansioniste di Putin, non dovrebbero gli europei per coerenza, provvedersi subito di uno scudo nucleare?
Ma non ne parlano. Perché? Perché sanno di mentire. Sanno che la Nato è ancora attiva e necessaria per una non breve fase. Sanno anche che il deterrente nucleare francese, che Macron sta offrendo stumentalmente non può sostituire quello americano. E non solo perché è esiguo numericamente rispetto alle migliaia di testate russe, ma soprattutto perché non é credibile. Chi garantisce che un presidente francese (specie un Macron qualsiasi) rischierebbe un bombardamento nucleare su Parigi per difendere Varsavia o Tallinn? E’ impensabile!
L’Alleanza Atlantica euro-americana non può che restare in piedi ed anzi devono rafforzarsi. Gli europei non hanno che da rispettare gli impegni presi già con Obama: ma nella misura di un 2% non di un 3,5% o anche di più, come pretenderebbe Bruxelles. Potrebbero spendere la metà ed ottenere il doppio. Con il piano di riarmo dell’UE spenderebbero il doppio senza nemmeno raggiungere l’obbiettivo della difesa autonoma europea- che dicono di perseguire. L’unico risultato sarebbe sottoporre gli stati ad aumenti del debito pubblico e i cittadini europei a nuove tasse e a riduzioni di servizi, come la sanità, l’istruzione e la ricerca.
Per l’Italia, già appesantita da un debito pubblico gigantesco (esploso in particolare dopo il folle super-bonus giallo-rosso costato oltre 150 miliardi!) si tratterebbe di quasi raddoppiare da subito la spesa militare da 28 a 54 miliardi l’anno (26 miliardi in più, l’entità di una finanziaria). Come potrebbe l’Italia sostenerlo?
C’è da chiedersi: c’è una logica nei clamorosi errori di calcolo dei leader europei?
La prima risposta che viene in mente è che molti leader europei sono sempre molto felici di aumentare le spese pubbliche in nome di una qualche “emergenza”. Ne traggono di solito utili in termini di consensi (apparendo solleciti salvatori, paladini del bene comune, molto “europeisti” e i primi della classe nel campo del Bene). Le spese pubbliche garantiscono poi anche più concreti utili invisibili e anche inconfessabili, per esempio attraverso le lobby delle armi. Il che non è da sottovalutare.
Ma c’è anche una logica di carattere politico che sembra molto probabile.
Dalle conclusioni del vertice di Bruxelles di ieri si deduce che i leader europei, dichiarando Putin un nemico e descrivendo implicitamente Trump come un inaffidabile ex- amico ed alleato che “ha tradito”, passando al campo avverso, vogliono atteggiarsi ad unici (e potenti!) difensori del presidente ucraino, il nuovo eroe del Bene e loro mascotte, Volodymyr Zelensky (non a caso presente ieri al vertice).
Non c’è richiesta di quest’ultimo che essi non abbiano sottoscritto nelle conclusioni del vertice. Si va da quella di fornire all’Ucraina ogni genere di aiuti anche in sostituzione di quelli americani, nonché le famose “garanzie di sicurezza”. Con quali mezzi e quindi con quale credibilità? Non si capisce. Sono giunti fino ad assicurare all’Ucraina una ormai impossibile “integrità territoriale” che non gli garantiscono più nemmeno gli USA e che è fuori della realtà. Zelensky ha ringraziato gli amici europei, ma, significativamente subito dopo è corso ad organizzare un incontro con una delegazione americana a Riad, la sua Canossa.
Insomma, gli europei sembrano avere voluto, per ragioni di immagine, apparire come gli unici protettori dei buoni ed eroici ucraini, e come i buoni costretti ad armarsi per le malefatte dei due “bulli”, Putin e Trump. E con l’aria di fare di necessità virtù (euro-federalista).
A tale fine hanno voluto gonfiare muscoli che non hanno, ma che affermano di volersi procurare “urgentemente” con un riarmo ed un’impossibile autonomia militare immediata dagli USA. Fingono perciò di ignorare che il riarmo dell’Europa e la sua autonomia futuribile richiedono tempi lunghi, circa un decennio, mentre il negoziato Trump-Putin per fare cessare la guerra russo-ucraina è imminente e che essi non vi arrivano preparati né militarmente né politicamente. Lo saranno forse un bel dì, ma cercano di ricavarne un profitto politico oggi, tentando di imporre una loro presenza al fianco di Zelensky al negoziato di pace. E’ lecito dubitare che Putin e Trump li vogliano a quel tavolo dove non hanno, come Zelensky, le necessarie “carte” da giocare. Anzi sia Putin sia Trump hanno buoni motivi per non volerceli.
Molti leader europei, specie quelli di sinistra, vogliono continuare ad agitare una presunta e improbabile minaccia russo-putiniana per potere agitare un’emergenza sicurezza in Europa che in realtà non sembra né realistica né tampoco imminente. Gridano alle armi, ma Annibale non è alle porte. Lo fanno perché per tre anni hanno gridato che Putin sarebbe un “nuovo Hitler” bramoso di invadere l’Europa, in realtà sopravvalutando le forze russe e congetturando intenzioni espansioniste putiniane che molto probabilmente non ci sono se non altro perché non ci possono realisticamente essere. Ora che sono stati smentiti da Trump, devono continuare a sostenere le stesse tesi per non smentirsi e “perdere la faccia”.
Tendono anche per questo a dipingere Trump come un “ex alleato traditore” che abbraccia il nemico Putin e a dare per scontato un presunto suo “abbandono” degli alleati europei e della Nato; un “disimpegno” che, che in realtà non c’è e non ci sarà, se solo accettano di pagare uno scotto finanziario inferiore a quello richiesto dalle loro più autonomistiche ambizioni alla Ursula.
E’ evidente a tutti che le contestazioni di Trump agli europei, anche quelle relative ai dazi sono di carattere economico-commerciale e finanziarie e non strategiche. Dunque perché dipingere Trump come un avversario strategico ben sapendo che hanno bisogno di lui, degli Usa e della Nato? Perché dipingerlo come un autocrate simile a Putin seguendo la narrazione dei leader politici di sinistra? Perché descriverlo, seguendo la stessa narrazione, come un despota autoritario e anti-democratico, quando sta rispettando tutte le procedure costituzionali? Perché fingere di ignorare che la Costituzione americana prevede un presidente che è in pratica un “monarca costituzionale” eletto democraticamente? E che quindi il decisionismo di Trump non è patologico, ma fisiologico nel sistema politico americano?
La risposta più probabile a queste domande è che da tempo il massimo obbiettivo degli europei è quello narcisista di apparire, come immagine, i primi della classe nel campo mondiale del Bene, come i più bravi e i più buoni di tutti. Essi sanno che ciò frutta utili non solo in termini di consensi, ma anche utili più concreti che sono massimi quando si decidono enormi spese pubbliche. Anche se si tratta di acquistare armi inutili, in nome di un’emergenza, che non c’è. Spendete, spendete, qualcosa resterà.
* Articolo in mediapartnership con Nuovo Giornale Nazionale.