Ue. L’ombrello nucleare francese: deterrenza o provocazione?

di Giuseppe Gagliano

Mentre gli equilibri strategici in Europa continuano a mutare, il presidente francese Emmanuel Macron ha riacceso il dibattito sulla deterrenza nucleare europea, proponendo una discussione su un possibile ombrello nucleare francese per proteggere il continente. Una mossa che ha trovato l’apertura di Polonia, Danimarca e Lituania, ma che ha anche generato reazioni dure da parte della Russia.
Parallelamente Parigi sta fornendo intelligence all’Ucraina, colmando temporaneamente il vuoto lasciato dalla decisione degli Stati Uniti di interrompere la condivisione di informazioni con Kiev. Una dinamica che riflette l’attuale frammentazione strategica dell’Occidente, diviso tra chi cerca una posizione più aggressiva contro Mosca e chi punta a una riduzione dell’escalation.
La Francia è l’unica potenza nucleare dell’Unione Europea e una delle tre della NATO, insieme a Stati Uniti e Regno Unito. Da anni, Macron ha proposto ai partner europei una discussione sulla possibilità che il deterrente nucleare francese diventi un pilastro della sicurezza del continente.
Fino a poco tempo fa, questa ipotesi era stata ignorata, poiché gli Stati europei si sentivano garantiti dal paracadute nucleare americano. Tuttavia, il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e le sue dichiarazioni sulla possibilità di ridimensionare l’impegno militare degli Stati Uniti in Europa hanno cambiato il quadro. Polonia e Lituania, che condividono il confine con la Bielorussia e con l’enclave russa di Kaliningrad, vedono nella deterrenza nucleare francese una possibile alternativa alla protezione americana.
Non sorprende che la risposta russa sia stata immediata e dura. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito la retorica nucleare di Macron “provocatoria e bellicosa”, accusando Parigi di voler alimentare il conflitto anziché cercare una soluzione diplomatica.
Ancora più pesante è stato il commento del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, che ha paragonato le dichiarazioni del presidente francese a quelle di Napoleone e Hitler, descrivendo entrambi come “suoi predecessori nella volontà di combattere la Russia”. Anche Putin, in un chiaro riferimento storico, ha ricordato che tutti coloro che hanno sottovalutato la Russia ne hanno pagato il prezzo, evocando la disfatta napoleonica del 1812.
Oltre alla questione nucleare il governo francese ha deciso di fornire intelligence militare all’Ucraina, proprio mentre gli Stati Uniti hanno sospeso la condivisione di informazioni con Kiev per incentivare il governo di Zelensky a negoziare con Mosca.
Secondo Sebastien Lecornu, ministro delle Forze Armate francesi, l’intelligence francese è sovrana e non vincolata dalle decisioni americane. Questo significa che Parigi potrebbe assumere un ruolo sempre più autonomo nel supporto a Kiev, in un momento in cui il Regno Unito è bloccato dalla sua adesione al sistema di intelligence Five Eyes (insieme a USA, Canada, Australia e Nuova Zelanda).
La scelta americana di interrompere la condivisione di informazioni è stata definita da molti a Kiev come un tradimento, e ora l’Ucraina sta cercando soluzioni alternative, inclusa la possibilità di ottenere intelligence dalla Germania.
Oltre all’aspetto militare, un altro fronte si sta aprendo nel conflitto: quello delle telecomunicazioni satellitari. Eutelsat, operatore satellitare francese, ha dichiarato di essere pronto a sostituire Starlink di SpaceX in Ucraina, nel caso in cui gli Stati Uniti decidessero di limitare l’accesso di Kiev alla rete di Elon Musk.
Starlink ha finora svolto un ruolo cruciale, con circa 40.000 terminali attivi in Ucraina, garantendo la comunicazione in un contesto di guerra elettronica e attacchi alle infrastrutture di rete. Tuttavia, se Washington dovesse imporre restrizioni su Starlink per questioni geopolitiche o commerciali, l’Europa potrebbe dover colmare il vuoto tecnologico.
Eutelsat, che ha unito le forze con l’operatore britannico OneWeb, ha attualmente solo alcune migliaia di terminali attivi, e per raggiungere il livello di copertura di Starlink servirebbe un’espansione massiccia dell’infrastruttura satellitare.
La proposta di Macron sull’ombrello nucleare e il supporto di intelligence a Kiev segnano una chiara volontà della Francia di assumere un ruolo più centrale nella difesa europea. Ma è una strategia realistica? Il deterrente nucleare francese è sufficiente per proteggere l’intera Europa? Il Cremlino interpreterà queste mosse come una provocazione, aumentando il rischio di escalation? Gli Stati Uniti stanno davvero lasciando spazio a una leadership europea o stanno solo cercando di spingere Kiev a trattare con Mosca?
Mentre i leader europei discutono, il tempo scorre e il conflitto ucraino continua ad evolversi. La domanda chiave è: l’Europa sarà in grado di garantire la propria sicurezza senza una strategia chiara e condivisa?