Ucraina. Armi e intelligence, in un’inchiesta del New York Times il ruolo segreto degli Usa

di Mariarita Cupersito

Secondo un’inchiesta del New York Times, nei tre anni precedenti alla rielezione di Trump gli Usa sarebbero stati coinvolti nel conflitto russo-ucraino “più di quanto finora emerso, giocando un ruolo segreto determinante”. Washington e Kiev sarebbero infatti state unite da una solida partnership della cui esistenza erano a conoscenza circa una ventina di funzionari e inerente non soltanto le armi ma anche strategia, pianificazione, intelligence e tecnologia.
L’alleanza sarebbe nata alla base americana di Wiesbaden in Germania, dove funzionari ucraini e americani definivano quotidianamente le priorità. A dirigere il patto segreto erano il generale ucraino Mykhaylo Zabrodskyi e il generale americano Christopher Donahue.
L’accordo poggiava sull’idea che la cooperazione potesse permettere all’Ucraina di controbilanciare il vantaggio della Russia in fatto di uomini e armi. Per coadiuvare gli ucraini nell’utilizzo del loro nuovo arsenale, gli americani hanno dato vita alla Task Force Dragon, che ha virtualmente supervisionato nel primo anno del conflitto ogni raid con gli Himars, segnalando dove colpire.
L’inchiesta prosegue evidenziando che con il passare dei mesi il rapporto tra le due parti sarebbe diventato sempre più stretto, ma che al contempo l’amministrazione Biden ha mantenuto ben saldi alcuni punti tra cui quello che gli Stati Uniti non stavano combattendo contro la Russia, ma si limitavano ad aiutare l’Ucraina. Di conseguenza, Washington ha vietato la condivisione di informazioni di intelligence relative alle posizioni dei leader russi strategici come il capo delle forze armate, il generale Valery Gerasimov. Nonostante questi accorgimenti, il timore che la Russia considerasse l’aiuto americano una diretta provocazione ha continuato ad influenzare il riserbo delle operazioni, per evitare che Mosca desse seguito alle minacce sull’atomica.
Nel 2022 la Marina americana è stata autorizzata a condividere informazioni con l’Ucraina per gli attacchi con droni, mentre nel 2024 americani e ucraini hanno messo a punto l’Operation Lunar Hail al fine di attaccare target militari russi in Crimea. Nella primavera dello stesso anno è stato infranto un ulteriore limite, quello concernente il confine con la Russia: ai militari americani di Wiesbaden è stato infatti concesso di fornire a Kiev coordinate precise per colpire un’area circoscritta all’interno della Russia. Nello stesso periodo, veniva concesso alla Cia di fornire intelligence su target sul territorio russo.
L’alleanza segreta non sarebbe stata esente da incomprensioni e disaccordi: come riportato dal New York Times, “gli ucraini vedevano gli americani come autoritari, mentre gli americani non riuscivano a capire come i loro alleati non accettassero semplicemente dei buoni consigli”.
Fra i momenti di maggiore tensione figura quello sul Kursk, quando nell’estate del 2024 Zelensky decise in segreto l’invasione in territorio russo senza avvertire gli Stati Uniti; la partnership ne sarebbe uscita raffreddata ma ancora forte.
In questi ultimi mesi l ’amministrazione Trump starebbe mettendo ancora a più dura prova l’alleanza, con la fine del conflitto tra le sue priorità dichiarate.