Sudan/Nilo Bianco: Oltre 2.700 pazienti in centro colera supportato da MSF. 92 sono morti

L’epidemia di colera, scoppiata nello stato sudanese del Nilo Bianco il 20 febbraio scorso, ha causato finora il ricovero di 2.718 pazienti presso il centro di trattamento del colera del ministero della salute al Kosti Teaching Hospital, supportato da Medici Senza Frontiere (MSF). Fino ad oggi, 92 pazienti sono morti.
L’epidemia di colera, infezione trasmessa dall’acqua, è stata innescata da un’interruzione generale di corrente elettrica causata da un proiettile delle Forze di Supporto Rapido (RSF) che ha colpito la centrale elettrica di Rabak lo scorso 16 febbraio, secondo report locali. Con le pompe d’acqua fuori uso, le comunità locali hanno dovuto fare affidamento principalmente all’acqua fornita da carri trainati da asini.
“Gli attacchi ad infrastrutture di cruciale importanza hanno effetti dannosi a lungo termine sulla salute di comunità vulnerabili. Le parti in conflitto devono rispettare le regole della guerra e garantire la protezione dei civili e delle infrastrutture essenziali” afferma Marta Cazorla, coordinatrice dell’emergenza per MSF in Sudan.
Il picco dell’epidemia si è verificato tra il 20 e il 24 febbraio, quando i pazienti e le loro famiglie sono corsi con urgenza all’ospedale di Kosti in stato di panico. Un numero così alto di casi, la maggior parte gravemente disidratati, ha portato ad un afflusso tale da dover curare i pazienti sul pavimento, mentre l’ospedale e il centro per il trattamento del colera (CTC) esaurivano lo spazio disponibile per accoglierli.
Per tenere la situazione sotto controllo, il ministero della salute dello stato del Nilo Bianco ha coordinato la risposta all’epidemia a livello comunitario fornendo accesso all’acqua pulita alla comunità, vietando l’uso dei carri trainati da asini, e organizzando attività di promozione della salute. Infine, durante il picco dell’epidemia, ha gestito una campagna di vaccinazione contro il colera.