di Giuseppe Gagliano –
Il Sudafrica è in fermento per la proposta di legge del ministro delle Risorse Minerarie e dell’Energia, Gwede Mantashe, che punta alla creazione di una nuova compagnia petrolifera statale. Questo ambizioso progetto ha suscitato molte perplessità, soprattutto tra gli esperti del settore energetico. Due importanti società di consulenza hanno infatti analizzato la bozza di legge, evidenziando gravi problemi e addirittura dubbi sulla legittimità del progetto. Questi avvertimenti, tuttavia, sono stati ignorati dal ministero.
La bozza, concepita per creare un ente capace di competere sul mercato internazionale e sostenere il fabbisogno energetico interno, viene presentata dal ministero come una strategia per ridurre la dipendenza del Sudafrica dai fornitori esteri di combustibili fossili, ma gli esperti sottolineano rischi significativi. Tra le principali critiche ci sono la mancanza di trasparenza e la scarsa chiarezza sui meccanismi di finanziamento, aspetti che potrebbero portare a inefficienze gestionali e perdite economiche considerevoli per il paese. Le società di consulenza hanno messo in evidenza come la bozza sembri non tenere conto delle problematiche di governance che già affliggono altre società statali, come PetroSA, un’altra compagnia petrolifera sudafricana che da anni fatica a risollevarsi da problemi economici e strutturali.
L’intenzione di lanciare una nuova compagnia petrolifera, nonostante gli avvertimenti, riflette l’approccio del ministro Mantashe, che sembra deciso a portare avanti il progetto a ogni costo. Questa scelta solleva dubbi su quanto il governo stia considerando seriamente le implicazioni economiche di lungo termine. Alcuni critici, tra cui diversi parlamentari e dirigenti del settore energetico, temono che la nuova compagnia possa essere poco più di un investimento rischioso, finanziato con denaro pubblico e gestito senza adeguate garanzie di trasparenza.
I consulenti legali che hanno esaminato la bozza di legge hanno addirittura sollevato questioni di legittimità, suggerendo che alcune disposizioni possano violare normative locali o internazionali. Questo aspetto ha spinto diversi esponenti politici a chiedere maggiore cautela, con il timore che il lancio di questa compagnia possa comportare controversie legali in grado di danneggiare ulteriormente l’immagine e le finanze del Sudafrica.
Il contesto in cui si muove Mantashe è già di per sé complesso: il settore energetico sudafricano è caratterizzato da un’elevata dipendenza dal carbone, da sfide infrastrutturali e da una necessità crescente di modernizzare le proprie risorse. Tuttavia, molti vedono questo progetto come un segnale di determinazione da parte del governo, che intende affrontare le sfide energetiche interne attraverso un aumento del controllo statale. Per alcuni analisti, questa mossa potrebbe rappresentare una spinta verso l’indipendenza energetica; per altri, è semplicemente un azzardo rischioso che ignora le lezioni apprese dalle difficoltà di PetroSA.
Nonostante le controversie il ministro Mantashe sembra intenzionato a procedere, cercando di garantire il sostegno del parlamento e degli altri attori coinvolti nel settore energetico. Nel frattempo, però, la discussione è destinata a intensificarsi, con implicazioni significative per il futuro del Sudafrica.