Siria. Risorse di guerra elettronica turche e il ruolo chiave nell’offensiva jihadista

di Giuseppe Gagliano

L’offensiva dei ribelli siriani che ha portato alla caduta di Damasco e alla fuga di Bashar al-Assad verso Mosca non è stata soltanto il risultato delle avanzate terrestri sul campo. Un ruolo cruciale è stato giocato dalla guerra elettronica turca, la cui tecnologia ha permesso di neutralizzare le telecomunicazioni militari del regime e di disorientare le forze fedeli all’ex presidente. Ankara, con un intervento meno visibile ma altamente strategico, ha offerto alle fazioni ribelli uno strumento decisivo nel confronto contro l’apparato governativo.
Secondo fonti vicine all’intelligence turca, le operazioni di supporto si sono concentrate su tre obiettivi chiave:

1. Interruzione delle comunicazioni militari: Sistemi di disturbo avanzati, come quelli forniti dalle piattaforme Koral e Aselsan, hanno reso inefficace la rete di telecomunicazioni governativa, paralizzando il coordinamento tra le unità militari siriane. Questo ha accelerato la disorganizzazione delle forze di Assad, già in difficoltà per l’avanzata ribelle.

2. Intercettazione delle trasmissioni: La tecnologia di Ankara ha permesso di monitorare e anticipare le mosse del regime, intercettando comunicazioni sensibili sia nei centri di comando sia nelle linee operative. L’uso di droni turchi di sorveglianza, come i Bayraktar TB2, ha ulteriormente rafforzato questa capacità, fornendo informazioni in tempo reale ai comandanti sul campo.

3. Disturbo delle difese aeree: Le risorse turche hanno neutralizzato i radar delle batterie missilistiche siriane, rendendo inefficaci le difese antiaeree. Questo ha consentito una maggiore libertà di movimento ai droni ribelli e ai bombardamenti tattici contro le posizioni governative.

L’intervento turco, pur restando ufficialmente “non dichiarato”, riflette una strategia ben consolidata di Ankara: indebolire il regime di Assad pur mantenendo un equilibrio di potere in Siria. La Turchia, che già controlla ampie porzioni del nord del Paese attraverso milizie alleate e operazioni dirette, vede nell’indebolimento definitivo di Damasco l’opportunità di consolidare il proprio ruolo come attore dominante nella regione.
Inoltre, l’uso delle risorse di guerra elettronica rappresenta un’evoluzione importante nella dottrina militare turca. Negli ultimi anni, Ankara ha investito massicciamente nello sviluppo di tecnologie avanzate, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dai partner occidentali e di proiettare una maggiore autonomia strategica. La guerra siriana è diventata un banco di prova per questa capacità, dimostrando l’efficacia dei sistemi sviluppati dall’industria nazionale.
La crescente influenza turca in Siria non è passata inosservata a Israele e alla Russia. Tel Aviv, pur rimanendo concentrata sul contenimento delle forze iraniane in Siria, osserva con attenzione le mosse di Ankara. La possibilità che la Turchia utilizzi le sue capacità di guerra elettronica anche contro obiettivi israeliani in un futuro scenario di confronto diretto è una preoccupazione concreta per l’establishment militare di Tel Aviv.
Per Mosca, invece, il supporto turco ai ribelli rappresenta una minaccia agli sforzi russi di mantenere una Siria “unitaria” sotto la propria influenza. La fuga di Assad, pur sancendo un fallimento militare del regime, è vista dal Cremlino come un monito sull’efficacia delle tecnologie NATO, di cui la Turchia è formalmente parte, anche se in competizione con Mosca in diversi teatri.
Il contributo di Ankara all’offensiva ribelle in Siria è un esempio di come la guerra moderna non si combatta soltanto con uomini e munizioni, ma anche con la superiorità tecnologica. La capacità turca di neutralizzare le infrastrutture critiche del regime di Assad ha accelerato la sua caduta, rafforzando al contempo l’influenza strategica di Ankara nella regione. Tuttavia, il successo della Turchia potrebbe aprire nuovi scenari di confronto con altri attori regionali, Israele e Russia in primis, in un contesto geopolitico sempre più frammentato e imprevedibile.