Siria. Al-Jolani: l’homo novus?

di Shorsh Surme

Il nuovo leader della Siria, Ahmad al-Shara, cosciuto anche come Abu Mohamed al-Jolani e con una serie di altri nomi, si presenta oggi al mondo come l’homo novus, e subito le potenze occidentali, chi per contrastare l’influenza di Russia e Iran, chi per smaltire i milioni di profughi siriani, hanno provveduto subito a salutarlo e ad abbracciarlo. Sebbene abbia sempre avuto poca capacità di parola, il suo passato è pieno di violenza, spargimento di sangue, conflitti, repressione dei suoi oppositori e un’egemonia marcata nella sua ex repubblica.
Dopo essere salito al potere l’8 agosto con il sostegno diretto di Turchia, Qatar, Israele e Stati Uniti, da un lato sembra confortare le comunità siriane e i vari gruppi religiosi ed etnici, dall’altro continua a imporre un regime nero. Promette un esercito unificato e un potere unificato, ma impone un potere monopartitico e un esercito omologato alla sua linea politica. Aveva parlato di tre mesi per arrivare a elezioni libere e democratiche nella composita società siriana, oggi ha già indicato un periodo di quattro anni, e tre per scrivere la costituzione.
In settembre non ha risposto alle richieste delle Forze democratiche siriane (Sdf), che avevano combattuto l’Isis, di prendere parte alla formazione del governo provvisorio nel nord della Siria e alla stesura della Costituzione, e il presentimento diffuso è, con il passare del tempo, l’intenzione di costituire un governo islamico nel contesto geografico della Siria.
Parla di pluralismo e democrazia, ma i suoi ministri provengono tutti dal vecchio gruppo di al-Qaeda del Consiglio di liberazione siriano.
“Il popolo siriano non ha bisogno di differenze e noi permettiamo credenze e idee diverse”, ha twittato. Crede nella legge islamica, la quale è contraria al governo civile e alle organizzazioni femminili, specialmente come vengono intese in occidente.
Dopo l’8 dicembre al-Jolani ha spostato il suo governo da Idlib al palazzo presidenziale di Damasco, esentando tutti gli altri gruppi armati dal partecipare al governo, anche dagli incarichi militari. Al contrario 6.400 militari regolari che hanno imbracciato le armi contro al-Assad sono stati integrati nel nuovo esercito.
Al-Jolani ha anche preso il controllo dell’intelligence e ha introdotto un’impronta religiosa nel campo dell’istruzione.
Avendo militato nell’Isis e in al-Qaeda, ancora lui e il suo gruppo sono nella lista delle organizzazioni terroristiche occidentali e perfino della Turchia.