di Giuseppe Gagliano –
La nuova strategia energetica della Russia, annunciata durante una recente conferenza a Mosca, rappresenta un’importante evoluzione sia dal punto di vista geopolitico che economico per il Paese. Sul fronte geopolitico la Russia cerca di rafforzare la propria influenza a livello globale attraverso il mantenimento del controllo sulle risorse energetiche tradizionali come gas e petrolio, in un contesto internazionale segnato da sanzioni e crescente competizione.
Mosca mira a consolidare il proprio ruolo di fornitore energetico di Paesi amici, soprattutto in Asia, Africa e America Latina, evitando la dipendenza dai mercati occidentali. La Russia sta puntando sulla “sovranità tecnologica” per assicurarsi il dominio nel settore energetico e ridurre la vulnerabilità alle sanzioni economiche imposte dai Paesi del G7.
Da un punto di vista economico l’obiettivo del governo è investire in nuove tecnologie e innovazioni digitali che possano migliorare l’efficienza nella produzione di energia, aumentando la capacità estrattiva di gas, petrolio e carbone.
L’intenzione dichiarata è quella di far crescere il PIL russo a un ritmo superiore a quello delle economie globali, arrivando a una leadership tecnologica entro il 2050. Tuttavia la strategia energetica non esclude del tutto le fonti rinnovabili, ma prevede un loro utilizzo parallelo ai combustibili fossili, riconoscendo che la domanda di energia da petrolio e gas rimarrà alta, soprattutto in mercati emergenti. L’investimento di 50 miliardi di rubli previsto per il prossimo biennio riflette l’intenzione di consolidare la posizione della Russia come uno degli attori principali nel mercato energetico globale. Questa visione strategica si basa su tre pilastri fondamentali: credibilità, accessibilità ed efficienza, per garantire la competitività della Russia sia all’interno che all’esterno, nonostante il contesto economico e politico internazionale avverso.