Riarmo: anche l’Australia aumenta la spesa per la difesa

di Riccardo Renzi *

L’Australia ha recentemente annunciato un significativo incremento della sua spesa per la difesa, accelerando un investimento di un miliardo di dollari australiani (circa 628,6 milioni di dollari statunitensi) nel bilancio federale. Questo aumento si inserisce in un contesto di crescente assertività della Cina nel Pacifico, che ha spinto diverse nazioni della regione, tra cui l’Australia, ad adattarsi a un panorama geopolitico in rapido cambiamento. Le preoccupazioni per la sicurezza nazionale sono state amplificate dalla politica estera cinese sempre più aggressiva e dall’esortazione dell’amministrazione Trump, che ha sollecitato gli alleati degli Stati Uniti ad aumentare il proprio impegno nella difesa. L’annuncio dell’Australia prevede una serie di misure strategiche per modernizzare le forze armate del paese, con particolare attenzione a tre aree fondamentali: l’infrastruttura per sottomarini, la produzione di armi guidate e l’acquisizione di sistemi missilistici avanzati.

– Infrastrutture per sottomarini AUKUS: Un’importante parte dei fondi sarà destinata alla realizzazione di una base navale destinata ai sottomarini, come parte dell’accordo trilaterale AUKUS, che coinvolge Australia, Regno Unito e Stati Uniti. Questa mossa rafforza ulteriormente la cooperazione difensiva tra i tre paesi e mira a contrastare l’espansione militare della Cina nel Pacifico. A partire dal 2027, fino a quattro sottomarini a propulsione nucleare, inclusi veicoli statunitensi e britannici, rotoleranno a cadenza regolare nel porto di HMAS Stirling, la più grande base navale australiana situata nell’Australia Occidentale.

– Produzione di armi guidate: Un altro aspetto centrale dell’investimento è l’iniziativa “Guided Weapons and Explosives Enterprise”, che mira a ridurre la dipendenza dell’Australia da fornitori esterni. Questa strategia rafforzerà l’industria della difesa nazionale, promuovendo la produzione interna di armi ad alta precisione, un elemento cruciale in un contesto di crescente instabilità nella regione.

– Acquisizione di sistemi missilistici avanzati: L’Australia ha recentemente ricevuto i primi due veicoli lanciatori HIMARS (High Mobility Artillery Rocket Systems) ordinati alla Lockheed Martin, un sistema utilizzato anche nella guerra in Ucraina. Questi sistemi missilistici offrono la capacità di proiettare potenza a lunga distanza e saranno integrati con la produzione domestica di sistemi missilistici a lancio multiplo guidato (GMLRS) nel corso dell’anno, aumentando così la capacità di attacco a lungo raggio e di mobilità della difesa australiana.

Il contesto regionale e le sue implicazioni
L’accelerazione della spesa per la difesa in Australia arriva in un momento di crescente tensione geopolitica nell’area Asia-Pacifico, dove la Cina sta cercando di espandere la sua influenza militare e strategica. La spesa per la difesa nella regione è prevista aumentare significativamente, passando da circa 800 miliardi di dollari nel 2024 a oltre 1,1 trilioni di dollari entro il 2029, un chiaro segnale della crescente rivalità tra potenze regionali e globali.
In risposta a questo scenario, nazioni come il Giappone e l’Australia stanno incrementando i propri budget militari per rafforzare le proprie capacità di difesa. La crescente assertività della Cina, che sta militarizzando il Mar Cinese Meridionale e intensificando la sua presenza nella regione indo-pacifica, ha spinto l’Australia a rivedere le proprie priorità di sicurezza nazionale.

L’aumento della cooperazione con gli alleati.
Il rafforzamento delle capacità difensive australiane rappresenta un chiaro segnale di determinazione a mantenere un equilibrio di potere regionale. La cooperazione trilaterale nell’ambito dell’accordo AUKUS, che mira a contrastare l’influenza cinese, sarà probabilmente ulteriormente intensificata con l’aumento della spesa per la difesa. Inoltre, l’accelerazione dei programmi di difesa avrà un impatto positivo anche sulle alleanze esistenti, consolidando il legame tra Australia, Stati Uniti e Regno Unito.
Il ministro della Difesa australiano Richard Marles ha sottolineato che il bilancio federale include un aumento di 10,6 miliardi di dollari australiani (circa 6,66 miliardi di dollari) per la difesa nei prossimi quattro anni, che contribuirà a finanziare non solo la base per i sottomarini e i sistemi missilistici, ma anche altre iniziative strategiche come la produzione di fregate moderne.

Il rischio di un’escalation regionale.
Tuttavia, queste mosse potrebbero alimentare ulteriormente le tensioni nella regione, intensificando la corsa agli armamenti tra i principali attori geopolitici. Se da un lato l’Australia sta cercando di difendere i propri interessi strategici e di mantenere un equilibrio di potere, dall’altro lato queste misure potrebbero essere interpretate da Pechino come una provocazione, innescando un circolo vizioso di aumenti delle spese militari e di potenziale confronto.

La strategia di difesa nazionale dell’Australia.
Nel contesto di queste nuove misure, l’Australia ha anche presentato la sua prima Strategia di Difesa Nazionale biennale. Il documento delinea un approccio incentrato sulla “negazione”, che mira a evitare che il paese venga costretto a cedere sotto la pressione di una potenza militare dominante come la Cina. La strategia si concentra sulla difesa del commercio marittimo e sulla protezione degli interessi nazionali in un’area del mondo che, secondo Marles, sta diventando sempre più instabile e strategicamente complessa.
Nel piano, l’Australia pone particolare enfasi sull’acquisizione di sottomarini a propulsione nucleare, che sono visti come essenziali per garantire la sicurezza e la proiezione di potenza nella regione indo-pacifica. La marcia verso un esercito “focalizzato”, con investimenti diretti nelle capacità missilistiche a lungo raggio e nei sistemi autonomi, dimostra l’impegno dell’Australia a prepararsi a un futuro in cui la competizione strategica tra Stati Uniti e Cina sarà sempre più intensa.

Le sfide future.
La crescente spesa per la difesa dell’Australia, che comporterà un aumento significativo del budget destinato alla sicurezza nazionale, rappresenta una risposta diretta alla minaccia percepita dalla Cina. Tuttavia, il vero rischio è che tali azioni possano intensificare la spirale di spesa militare regionale, creando una competizione tra potenze che potrebbe sfociare in un conflitto aperto, magari non attraverso il conflitto diretto, ma tramite una serie di confronti indiretti o la competizione per l’influenza strategica.
In conclusione, l’Australia sta adottando misure decisive per rafforzare le proprie difese, con l’intento di preservare la stabilità regionale. Tuttavia, la sfida sarà bilanciare il potenziamento della sicurezza nazionale con la necessità di evitare l’escalation delle tensioni che potrebbe compromettere la stabilità dell’intera regione indo-pacifica. Il futuro della geopolitica del Pacifico dipenderà da come le nazioni della regione, in particolare l’Australia, affronteranno le sfide poste dall’ascesa della Cina e dalla rivalità tra potenze globali.

* Istruttore direttivo presso Biblioteca civica “Romolo Spezioli” di Fermo, membro dei comitati scientifici e di redazione delle riviste Menabò, Scholia, Notizie Geopolitiche e Il Polo – Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti”, e Socio Corrispondente della Deputazione di Storia Patria per le Marche.