Perché la Corea del Nord continua ad armarsi?

di Simone Chiusa

Le continue prove di forza e l’atteggiamento ostile del suo leader Kim Jong-un fanno crescere la preoccupazione riguardo le ambizioni della Corea del Nord. Ma come si è arrivati a tutto questo?

Una politica sempre più aggressiva.
Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha intrapreso una politica sempre più chiusa nei confronti della Corea del Sud, abbandonando il progetto di unificazione e designando Seoul come “principale nemico” (North Korea demolishes symbolic unification arch, satellite imagery suggests – NK News) del popolo nordcoreano.
Questa retorica bellicosa si è tradotta in un rafforzamento delle attività militari e una diminuzione degli sforzi diplomatici per la riunificazione.
Kim ha sfruttato la corrente situazione geopolitica per rafforzare i legami con la Russia, potendo così beneficiare del ruolo di Mosca nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Infatti, questa mossa rientra nella prospettiva del dittatore nordcoreano di limitare le sanzioni internazionali, garantendosi un maggiore spazio di manovra.
Le provocazioni verso Seoul continuano attraverso numerosi test missilistici, scenografiche parate militari e dichiarazioni intimidatorie. L’obiettivo inamovibile di Kim Jong-un resta la rimozione delle forze statunitensi dal Sud e la riunificazione della penisola sotto la guida di Pyongyang.

A che punto è il programma militare di Kim Jong-un?
Come previsto dal piano quinquennale approvato nel 2021 (On Report Made by Supreme Leader Kim Jong Un at 8th Congress of WPK – KCNA Watch), la Corea del Nord registra un aumento significativo nell’investimento nel programma nucleare e missilistico. Secondo le stime del SIPRI (SIPRI Yearbook 2023, 7. World nuclear forces), l’arsenale di Kim ammonta a circa 50-70 testate.
Con un record di 69 test missilistici nel 2022, Pyongyang mette in mostra i muscoli, dimostrando notevoli miglioramenti nella gamma e nella precisione dei suoi missili, alcuni dei quali capaci di raggiungere fino a 15.000 km. Inoltre, il recente sviluppo del suo primo sottomarino tattico nucleare segnala un salto qualitativo nella sua dottrina militare nucleare (North Korea unveils first tactical, nuclear-armed submarine – Reuters).

La risposta di Seoul.
La Corea del Sud, sotto la guida del presidente Yoon Suk Yeol, ha mantenuto una postura di deterrenza, mirata a prevenire ulteriori escalation. Seoul ha investito significativamente nel miglioramento delle proprie capacità di difesa, inclusa l’espansione del sistema di difesa missilistica THAAD e l’aumento delle esercitazioni militari congiunte con gli Stati Uniti. Questi sforzi sono parte di una strategia più ampia per assicurare che le provocazioni del Nord non mettano a rischio la sicurezza del Sud della penisola.

Le sanzioni internazionali e il ruolo di Mosca.
Nonostante le sanzioni internazionali imposte dalle Nazioni Unite, l’opposizione di Russia e Cina ha limitato la loro efficacia. Questi paesi hanno mantenuto stretti legami economici e politici con la Corea del Nord, complicando gli sforzi per moderare il comportamento del regime di Kim Jong Un. In particolare, dallo scoppio della guerra in Ucraina, le relazioni tra Nord Corea e Russia si sono ampliate. I rapporti tra i due paesi si sono allargati anche al campo militare con Pyongyang che fornisce munizioni a Mosca sostenendola nel conflitto in Ucraina. Secondo le stime dell’intelligence sudcoreana (“La Corea del Nord ha inviato 6.700 container di munizioni alla Russia” rivela l’intelligence di Seul), la Corea del Nord ha fornito alla Federazione Russa più di un milione di proiettili dall’agosto del 2023. Inoltre, lo scorso gennaio è emerso l’impiego di missili nordcoreani a corto raggio da parte dell’esercito russo nel Donbass. In cambio, Putin avrebbe fornito a Kim assistenza tecnica per il programma missilistico, oltre a tecnologie militari e rifornimenti di gas e denaro.

Come dovrebbero reagire gli Stati Uniti?
Nell’aprile 2023 il presidente della Corea del Sud Yoon ha fatto visita a Washington, ricevuto da Joe Biden (Usa-Corea del Sud: la Dichiarazione di Washington). Stati Uniti e Corea del Sud hanno riaffermato la loro partnership strategica, dichiarando di essere uniti nell’affrontare non solo la minaccia nordcoreana, ma anche le altre sfide regionali e internazionali.
Gli USA da allora hanno intensificato la presenza militare nella penisola. Dopo oltre quarant’anni, lo USS Michigan, un sottomarino nucleare americano, si è ancorato in Corea del Sud, a Busan.
In Agosto si è tenuto a Camp David un vertice trilaterale tra Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone, nel quale hanno consolidato la loro alleanza, anche in chiave anti-cinese (Summit Usa-Giappone-Sud Corea a Camp David: “Vertice storico”, dice Biden | Euronews).
Per quanto riguarda la penisola coreana, l’obiettivo è di monitorare i test missilistici nordcoreani e implementare sanzioni unilaterali contro Pyongyang.

Il sud est asiatico è sempre più instabile.
Le coalizioni si sono formate, e ciò influenza non solo la politica regionale, ma tutti gli scenari internazionali. L’alleanza ormai esplicita tra Russia, Nord Corea e Cina minaccia gli interessi e le politiche dell’asse Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud. Le tensioni nella penisola coreana sono così destinate a riflettersi su scala globale.
Nel sud est asiatico si sta delineando uno scenario sempre più complesso, destinato a cambiare le sorti del mondo.