Niger. Profonda trasformazione dopo aver cacciato francesi e americani

di Giuseppe Gagliano

Dopo il colpo di Stato del luglio 2023, il Niger ha attraversato una profonda trasformazione politica e geopolitica. La giunta militare guidata da Abdourahamane Tchiani ha preso il potere destituendo l’ex presidente Bazoum e ha avviato una politica volta a rompere i legami con le potenze occidentali, in particolare Francia e Stati Uniti. Sostenendo una narrativa di decolonizzazione, il nuovo governo ha cacciato le truppe e le compagnie energetiche occidentali, aprendo le porte a nuovi attori come Russia, Cina e Turchia.
Situato nella regione del Sahel, il Niger è una zona strategica sia per la presenza di gruppi jihadisti, come al-Qaeda e ISIS, sia per le sue vaste risorse naturali, tra cui l’uranio. Il paese è uno dei principali produttori mondiali di uranio, utilizzato per alimentare le centrali nucleari europee, in particolare quelle francesi. Nonostante queste ricchezze naturali, il Niger rimane uno dei paesi più poveri al mondo, con circa il 44% della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà. Il nuovo governo attribuisce questa discrepanza agli accordi iniqui firmati in precedenza con le potenze occidentali.
Con la cacciata delle truppe francesi e statunitensi, nuovi attori come la Russia hanno colmato il vuoto lasciato dalle potenze occidentali. La Russia ha sfruttato la crescente retorica anti-coloniale per guadagnare consensi e ha ottenuto il permesso di schierare truppe nella base militare Airbase 101, precedentemente occupata dagli Stati Uniti. Anche la Turchia ha ampliato la sua influenza, principalmente attraverso la vendita di armi e il rafforzamento della cooperazione in materia di difesa con il Niger.
Il governo del Niger ha recentemente abbandonato la comunità economica dell’Ecowas, ritenuta subordinata alle potenze straniere, e ha formato una confederazione con Mali e Burkina Faso, anche questi governati da giunte militari. Insieme i tre paesi hanno creato l’Alleanza degli Stati del Sahel, un’iniziativa militare e diplomatica che mira a garantire l’indipendenza dalla comunità internazionale e a promuovere lo sviluppo economico della regione.
Questa nuova alleanza rappresenta una sfida per la stabilità regionale e potrebbe avere importanti implicazioni per la lotta al terrorismo e la gestione delle risorse energetiche nel Sahel.