Niger. La Francia concede asilo all’ex ministro Rhissa Ag Boula

di Giuseppe Gagliano

Il governo francese ha dato asilo a Rhissa Ag Boula, ex ministro del Niger e figura di spicco delle ribellioni tuareg. L’iniziativa avviene nel contesto dell’instabilità politica che ha caratterizzato il Niger dal colpo di Stato del 26 luglio 2023, e rappresenta un episodio emblematico della complessa interazione tra la politica interna nigerina e i rapporti con l’ex alleato francese.
Il colpo di Stato che ha rovesciato il presidente Mohamed Bazoum ha segnato una svolta nella politica nigerina. La giunta militare, guidata da Abdourahamane Tiani, ha affrontato pressioni internazionali significative, in particolare da parte della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (CEDEAO – ECOWAS), che ha imposto sanzioni economiche e minacciato un intervento militare. Nonostante ciò il regime militare è riuscito a consolidare il proprio potere, mantenendo il controllo del paese grazie anche a un supporto interno forte, basato su una retorica anti-francese e anti-occidentale.
La Francia, storicamente influente nella regione del Sahel e nel Niger in particolare, si è trovata in una posizione complicata. L’asilo politico concesso a Rhissa Ag Boula riflette non solo un gesto umanitario, ma anche una mossa strategica. La Francia, pur essendo criticata apertamente dalla giunta di Tiani, cerca di mantenere una qualche forma di influenza nella regione proteggendo figure politiche che potrebbero rappresentare alternative future al regime militare. Tuttavia questa strategia alimenta le tensioni con la giunta, che sfrutta il passato neocolonialista francese per rafforzare la propria legittimità interna.
Grazie a Bazoum, al potere con il padre da oltre mezzo secolo, il Niger è stata la principale miniera di uranio per le centrali francesi, ma nonostante ciò e nonostante la depredazione di altre risorse la popolazione è rimasta poverissima.
Il Niger è strategicamente cruciale nel Sahel, una regione già gravemente destabilizzata dalla presenza di gruppi jihadisti, crisi umanitarie e instabilità politica. L’asilo concesso a una figura come Ag Boula potrebbe polarizzare ulteriormente le tensioni. I gruppi ribelli tuareg, con cui Ag Boula ha storicamente legami, potrebbero vedere in lui una guida, intensificando la loro resistenza contro la giunta. D’altra parte la fragilità del Niger potrebbe trascinare ulteriormente la regione in un vortice di conflitti, minando gli sforzi internazionali per stabilizzare il Sahel.
Il quadro geopolitico che emerge è quello di un Niger sempre più isolato dalla comunità internazionale occidentale, ma potenzialmente più vicino ad attori come la Russia, che ha mostrato interesse ad espandere la propria influenza nel Sahel. La concessione dell’asilo a Rhissa Ag Boula da parte della Francia potrebbe accelerare questo allontanamento, mentre l’instabilità politica e la polarizzazione interna del Niger continuano a rappresentare una minaccia non solo per il paese, ma per l’intera regione.
Va aggiunto che la sospensione del Niger, come del Mani e della Burkina Faso dall’ECOWAS ha spinto questi tre paesi ad allearsi tra loro e a dare vita a un nuovo organismo, l’Alleanza dei Paesi del Sahel.
La concessione dell’asilo politico a Rhissa Ag Boula è quindi una mossa che potrebbe avere implicazioni di vasta portata, contribuendo a ridisegnare le alleanze e le tensioni geopolitiche in una regione già altamente volatile. La Francia, pur cercando di preservare la propria influenza, rischia di trovarsi sempre più alienata, mentre il Niger potrebbe diventare un nuovo epicentro di conflitti regionali.
Rhissa Ag Boula è stato ministro del turismo dal 1996 al 199 e soprattutto capo dell’insurrezione dei tuareg dal 2006 al 2009; lo scorso anno ha annunciato la creazione di un Consiglio di resistenza per la Repubblica finalizzato a restaurare il regime di Bazoum.