Nato. Peskov, ‘vogliono sopprimere la Russia’

di Guido Keller

Al vertice Nato di Washington tutti i leder, compresa l’italiana Giorgia Meloni, hanno ribadito che “il piano di adesione dell’Ucraina all’Alleanza è irreversibile”, mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha auspicato la vittoria dell’Ucraina entro novembre, anche perché “Putin aspetta le elezioni negli Usa per arrivare a una svolta nel conflitto”. Il timore di Zelensky è evidentemente la possibile elezione di Donald Trump, il quale ha già detto di voler porre fine al conflitto e ciò comporterebbe la fine della carriera politica dell’ex comico ucraino. Zelensky ha ringraziato per gli aiuti e per l’invio dei sistemi difensivi Patriot, ma agli alleati ha chiesto ancora soldi e armi “in nome della libertà e della democrazia”.
La storia insegna tuttavia che la Russia attacca quando si sente sotto attacco, e l’allargamento della Nato a est è uno dei punti principali alla base dell'”Operazione speciale” di Vladimir Putin in Ucraina. D’altronde la Nato aveva già deciso al vertice di Bucarest del 2008 di fagocitare anche Ucraina e Georgia, e da Washington sono continuati ad arrivare anche oggi segnali tutt’altro che disponibili alla pace. Anzi, vere e proprie minacce alla Russia, come ha reso noto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, il quale ha notato che “La Nato sta portando avanti uno degli obiettivi che si era prefissata, ovvero quello di sopprimere la Russia attraverso una sconfitta strategica”. Peskov ha affermato che “l’infrastruttura militare della Nato si sposta costantemente verso i confini della Russia”, come pure che l’alleanza “è di fatto pienamente coinvolta nel conflitto ucraino”.
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani se l’è invece presa con il possibile aiuto della Cina alla Russia: “La Cina deve svolgere un ruolo positivo che deve essere quello di convincere la Russia a tornare a più miti consigli quindi a chiudere questa stagione di guerra”, e che “non può essere parte in causa, non deve aiutare la Russia. Semmai deve essere la parte che convince la Russia a fare marcia indietro”.