di Giuseppe Gagliano –
Il massacro avvenuto due giorni fa a Queretaro, dove un commando armato ha fatto irruzione nel bar Los Cantaritos aprendo il fuoco sui presenti, sottolinea la gravità della crisi di sicurezza che il Messico sta affrontando all’inizio del nuovo governo della presidente Claudia Sheinbaum. L’attacco, che ha provocato almeno dieci morti e tredici feriti di cui due in condizioni gravi, ha riacceso il dibattito sulla violenza dilagante nel Paese e ha scatenato richieste di interventi più incisivi da parte dell’opposizione, che invoca un rafforzamento delle misure di sicurezza.
Queretaro, uno Stato solitamente considerato meno violento rispetto ad altre regioni, è ora al centro delle preoccupazioni per un possibile contagio della violenza proveniente dal vicino Guanajuato, noto per essere uno dei territori più colpiti dalla criminalità organizzata.
La sua posizione strategica rende Queretaro un punto di interesse per i cartelli della droga, che mirano a espandere la propria influenza collegando i territori sotto il loro controllo. Sebbene le autorità abbiano effettuato un arresto, non è ancora stato chiarito quale gruppo criminale sia dietro l’attacco né quali siano le motivazioni precise. Tra le ipotesi avanzate ci sono la possibilità di un’estorsione ai danni degli esercizi commerciali locali, un regolamento di conti legato al traffico di droga o un tentativo di destabilizzare il territorio rivale.
Il modus operandi suggerisce un’intimidazione diretta verso la popolazione civile piuttosto che un attacco mirato contro gruppi specifici. L’opposizione ha subito colto l’occasione per criticare il nuovo governo, con l’ex candidata presidenziale Xochitl Galvez che ha richiesto un’azione immediata, sostenendo che l’approccio della precedente amministrazione, basato sulla politica degli “abbracci e non pallottole”, non è stato efficace nel contenere la violenza. La nuova strategia di sicurezza presentata dalla presidente Sheinbaum, che prevede un potenziamento delle capacità di intelligence e un miglior coordinamento tra le forze di sicurezza, è stata accolta con scetticismo, considerata insufficiente di fronte all’ondata di omicidi e attacchi esplosivi che stanno scuotendo il Paese.
La situazione è ulteriormente aggravata da episodi recenti come la decapitazione di un sindaco a Guerrero, il ritrovamento di corpi con minacce a Sinaloa e un’autobomba esplosa davanti agli uffici di polizia a Guanajuato, segni di una violenza che non accenna a diminuire. In Messico, l’escalation di omicidi, attentati e conflitti tra cartelli sembra ormai fuori controllo, mettendo a rischio la stabilità del nuovo governo e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni dello Stato.