Israele. Possibile offensiva contro Hezbollah dal Golan

di Giuseppe Gagliano

La strategia militare di Israele nella possibile offensiva dal Golan contro Hezbollah si inserisce in un quadro complesso di manovre per il controllo strategico del Libano meridionale. L’obiettivo apparente è l’accerchiamento delle forze di Hezbollah, sfruttando il controllo delle alture del Golan per muovere verso nord-est, attraversare il fiume Litani e isolare i miliziani sciiti dal confine con la Siria. Questa manovra consentirebbe alle forze israeliane di tagliare le linee di rifornimento provenienti dall’Iran e dalla Siria, essenziali per il rifornimento di armi di Hezbollah. I recenti sforzi ingegneristici, tra cui lo sminamento e la costruzione di nuove barriere lungo il confine con la DMZ, indicano una preparazione accurata per facilitare movimenti rapidi e ridurre il rischio di perdite durante le operazioni meccanizzate. La penetrazione rapida verso il mare, a nord di Tiro, permetterebbe inoltre di ridurre drasticamente la capacità di Hezbollah di lanciare razzi verso il territorio israeliano, garantendo una maggiore sicurezza alla Galilea. Tuttavia, tale operazione comporta rischi significativi, poiché Hezbollah ha dimostrato in passato una notevole resilienza e una capacità di guerriglia ben strutturata, potendo contare su una vasta rete di tunnel e fortificazioni sotterranee. La presenza di forze russe nella regione e la possibile implicazione delle milizie filo-iraniane in Siria complicano ulteriormente il quadro, rendendo necessaria una stretta coordinazione con attori internazionali come le Nazioni Unite, specialmente con l’UNIFIL, presente nella zona. In conclusione, mentre Israele potrebbe trarre vantaggio strategico da un’operazione su larga scala che circonda Hezbollah, i costi in termini di vite e di destabilizzazione regionale potrebbero essere elevati, rendendo questa operazione una scelta ad alto rischio e complessa dal punto di vista politico e militare.