di Mohamed Ben Abdallah –
La corrispondente della CNN Sara Sinder si è scusata per aver riportato la versione di Israele secondo cui membri di Hamas avrebbero ucciso barbaramente bambini nell’offensiva di una settimana fa in Israele. A riportare la notizia di “neonati e bambini con le teste decapitate” o uccisi nel sonno era stata Tv I24 su fonti militari, ma da subito il partito di Gaza aveva respinto tali addebiti.
Ieri la giornalista della CNN ha twittato di volersi scusare pubblicamente per aver riportato in diretta tali accuse: “L’ufficio del primo ministro israeliano ha confermato che Hamas ha decapitato neonati e bambini mentre eravamo in diretta. Oggi il governo israeliano afferma di non poter confermare che i bambini siano stati decapitati. Dovevo stare più attenta con le mie parole e mi dispiace”.
Funzionari statunitensi e media occidentali hanno fatto da eco alle accuse di Israele, ma al momento le autorità israeliane non hanno fornito alcuna prova a sostegno di tali accuse.
D’altra parte i videoclip girati all’inizio dell’offensiva “Alluvione di al-Aqsa” e le testimonianze di israeliani stessi hanno documentato che donne e bambini non sono stati presi di mira o maltrattati durante l’assalto agli insediamenti che circondano Gaza da parte dei membri del Movimento di resistenza islamica.
Già mercoledì Hamas aveva respinto quanto circolava riguardo a presunti attacchi contro i bambini israeliani, e aveva invitato i media occidentali a “essere accurati e non parziali nei confronti della narrativa sionista”.
Hamas aveva affermato che la resistenza e le Brigate Izz al-Din al-Qassim stavano “evitando i civili e prendendo di mira solo il sistema militare sionista”, già mettendo in conto che “i media occidentali avrebbero riferito notizie di bambini uccisi e decapitati”.
L’atro ieri la stessa organizzazione, che trattiene ancora numerosi ostaggi sia civili che militari, ha rilasciato una giovane mamma con i due figli.
Un militare israeliano di 19 anni, fatto prigioniero nel corso dell’offensiva, è stato estratto esanime a Gaza dalle macerie di un palazzo distrutto nei bombardamenti.
Se le notizie diffuse dalle autorità israeliane non troveranno conferma nei fatti, si è davanti all’ennesima bufala costruita ad hoc in chiave propagandistica.