Iran. Rivelata base sotterranea per gli attacchi navali

di Giuseppe Gagliano –

L’Iran ha rivelato una base missilistica navale sotterranea nel Golfo Persico, suscitando immediata attenzione internazionale in un momento di tensioni crescenti con gli Stati Uniti e Israele. La base, situata a 500 metri di profondità, è progettata per ospitare imbarcazioni e sistemi missilistici capaci di lanciare attacchi a lungo raggio e condurre operazioni prolungate. La trasmissione televisiva di Stato ha mostrato il comandante delle Guardie Rivoluzionarie, generale Hossein Salami, in visita alla struttura durante un’esercitazione militare, un chiaro segnale di forza e preparazione da parte di Teheran.
Questo sviluppo si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per un possibile attacco congiunto tra Stati Uniti e Israele contro le infrastrutture nucleari iraniane. La base sotterranea, parte di una rete di “città missilistiche”, riflette l’approccio strategico iraniano nel proteggere le proprie risorse più critiche, cercando al contempo di inviare un messaggio di deterrenza ai propri avversari. Tuttavia, nonostante la profondità della struttura, esperti militari sottolineano che armi avanzate come le bombe penetranti GBU-28 o la MOAB degli Stati Uniti potrebbero infliggere danni significativi.
Parallelamente l’Iran ha avviato esercitazioni militari su larga scala, incluse simulazioni di difesa contro attacchi missilistici e con droni, evidenziando la sua attenzione alle minacce moderne. Tali esercitazioni integrano droni avanzati e tecnologie innovative, mostrando un esercito che si prepara a rispondere sia a minacce convenzionali che informatiche.
Questo sforzo iraniano di rafforzamento delle difese non è solo una questione militare, ma anche politica. Le immagini trasmesse mirano a consolidare il consenso interno e a segnalare che l’Iran è pronto a difendere le sue infrastrutture strategiche contro ogni tentativo di sabotaggio o attacco. Allo stesso tempo, questa dimostrazione di forza rischia di intensificare ulteriormente le tensioni nella regione, accentuando il rischio di un’escalation militare.