Iran. Nucleare: Pezeshkian punta sulla mediazione dell’Iraq

di Giuseppe Gagliano

Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha richiesto la mediazione del primo ministro iracheno Mohammad Shia al-Sudani nei colloqui tra Teheran e Washington sul nucleare. La scelta di Pezeshkian riflette l’importanza strategica dell’Iraq come attore regionale che mantiene legami significativi sia con l’Iran che con gli Stati Uniti. Questa decisione si inserisce nel contesto delle tensioni crescenti tra Teheran e Washington, dove le trattative sul programma nucleare iraniano si sono arenate da tempo.
Il coinvolgimento dell’Iraq, secondo Muscat e Washington potrebbe aprire nuove strade per riprendere il dialogo e facilitare una soluzione diplomatica, considerando che l’Iraq gode di una posizione relativamente neutrale nelle dinamiche regionali.
Il sultano Haitham dell’Oman da parte sua ha espresso apprezzamento per l’iniziativa iraniana, vedendo nella mediazione dell’Iraq una possibilità di allentare le tensioni. L’Oman, tradizionalmente un mediatore affidabile nel Golfo, ha sostenuto con forza il dialogo indiretto tra Iran e Stati Uniti, ma vede con favore il coinvolgimento di nuovi attori che possano dare una spinta alle trattative.
Teheran vede nella mediazione irachena una possibilità per ridurre l’isolamento internazionale e garantire una ripresa economica che passi dalla revoca delle sanzioni. Gli Stati Uniti, pur mantenendo una linea ferma sulle loro richieste, sembrano disposti a considerare una mediazione che possa portare a risultati concreti, sebbene il processo rimanga ancora incerto e segnato da profondi sospetti reciproci. La mediazione dell’Iraq è vista come un elemento cruciale, in quanto potrebbe aiutare a creare un canale più fluido per negoziazioni indirette che permettano ai due Paesi di trovare un compromesso su questioni come l’arricchimento dell’uranio e la sicurezza regionale.