di Andrea Costanzo –
Venerdì scorso l’ufficio del pubblico ministero di Città del Guatemala ha messo a segno una sentenza di condanna contro Benedicto Lucas Garcia, ex esponente del regime militare degli anni ’80 guidato dal fratello Romeo Lucas Garcia. La pena somministrata dal tribunale è di 30 di carcere per genocidio e 2800 giorni per sequestro forzato di persona.
Il militare, oggi novantaduenne, è accusato di genocidio verso le popolazioni indigene, compresi bambini, anziani e donne in stato di gravidanza.
La sentenza, che segue quella del capo del regime militare ed poi esponente politico del regime democratico Erios Montt, che nel 2013 era stato condannato a 80 anni di carcere di cui solo 5 scontati visto il decesso avvenuto nel 2018, rientra nei punti fissati dal presidente Arevalo per la resa dei conti con le passate dittature militari, sostenute dagli USA e della CIA.
La resa dei conti con il regime genocida, che si instaurò in Guatemala dopo il colpo di stato nei confronti del generale Arbenz (collaboratore del padre di Arevalo, Juan Jose Arevalo), continua e rientra nel programma di governo dell’attuale mandatario guatemalteco.