di Giuseppe Gagliano –
Negli ultimi anni gli Emirati Arabi Uniti (EAU) hanno consolidato una solida partnership strategica con la Cina, un’alleanza che riflette le trasformazioni geopolitiche in corso e la crescente importanza dei rapporti tra il Medio Oriente e l’Asia. Al centro di questo legame si trova lo sceicco Tahnoon Bin Zayed, Consigliere per la sicurezza nazionale degli Emirati Arabi Uniti, figura chiave per la politica estera del paese e uomo di grande influenza nella strategia di cooperazione tra Abu Dhabi e Pechino. Il suo ruolo e la sua visione rappresentano elementi fondamentali per comprendere come gli EAU intendano espandere la propria presenza globale, consolidando la partnership con la Cina in molteplici settori.
Lo sceicco Tahnoon è noto per la sua strategia pragmatica e lungimirante, che ha portato gli Emirati a coltivare rapporti strategici con potenze emergenti come la Cina, cercando di bilanciare le storiche relazioni con gli Stati Uniti e gli altri partner occidentali. Questa relazione con Pechino si estende su diversi fronti, compresi quelli economici, militari e tecnologici, in linea con la visione emiratina di diventare un hub globale per il commercio, la finanza e l’innovazione. L’impegno dello sceicco Tahnoon nelle relazioni bilaterali è evidente in una serie di incontri diplomatici e accordi commerciali che puntano a rafforzare non solo la sicurezza nazionale ma anche lo sviluppo economico e tecnologico degli EAU.
Uno dei pilastri di questa partnership è la cooperazione economica e finanziaria. Gli Emirati Arabi Uniti sono diventati uno dei principali centri di investimento per le aziende cinesi nella regione del Golfo, facilitando l’accesso della Cina ai mercati del Medio Oriente, dell’Africa e dell’Europa. Attraverso la China-UAE Industrial Capacity Cooperation Demonstration Zone, una zona industriale congiunta situata nel porto emiratino di Khalifa, le aziende cinesi possono sfruttare infrastrutture avanzate per incrementare la produzione e le esportazioni verso i mercati esteri. Questo progetto, sostenuto dallo sceicco Tahnoon, rappresenta un esempio di come gli EAU stiano diventando una piattaforma per il commercio globale, sfruttando la posizione strategica nel Golfo e le relazioni consolidate con l’Asia.
Il settore della difesa è un’altra area chiave della cooperazione tra Emirati Arabi Uniti e Cina. Gli Emirati sono interessati a diversificare le fonti di armamenti e tecnologie militari, e la Cina è vista come un partner alternativo, soprattutto in un contesto in cui le relazioni con i tradizionali alleati occidentali stanno attraversando momenti di tensione. La collaborazione include l’acquisizione di tecnologie avanzate per la sicurezza e il monitoraggio, e Pechino ha mostrato interesse a rafforzare questo tipo di supporto per promuovere la propria influenza nella regione. Lo sceicco Tahnoon ha un ruolo centrale in queste trattative, che riflettono un approccio più autonomo degli Emirati nella loro politica di difesa.
Sul piano tecnologico la collaborazione si concentra anche su settori strategici come il 5G e l’intelligenza artificiale, due ambiti in cui la Cina è all’avanguardia. Attraverso aziende come Huawei, già attiva negli EAU, la Cina fornisce tecnologia avanzata per lo sviluppo delle infrastrutture digitali del paese. Questo aspetto ha attirato critiche e preoccupazioni dagli Stati Uniti, ma gli Emirati vedono nell’alleanza tecnologica con la Cina un’opportunità per modernizzare le proprie infrastrutture senza dipendere esclusivamente da fornitori occidentali. La visione dello sceicco Tahnoon punta a posizionare gli Emirati come un leader tecnologico nella regione, con l’obiettivo di favorire uno sviluppo economico sostenibile e competitivo a livello globale.
Un recente sviluppo che rafforza questa alleanza è l’adesione degli Emirati Arabi Uniti al gruppo BRICS, che include Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. L’ingresso negli BRICS offre agli Emirati una nuova piattaforma per collaborare con economie emergenti e diversificare i propri partner strategici, allontanandosi dalle tradizionali alleanze con l’Occidente. Questa mossa, in cui lo sceicco Tahnoon ha svolto un ruolo di rilievo, consente agli EAU di accedere a una rete di cooperazione economica alternativa e di influire sulle decisioni di un blocco economico che promuove un sistema multipolare. La partecipazione agli BRICS apre anche nuove opportunità di investimento con la Cina, poiché i due paesi condividono l’obiettivo di rafforzare l’autonomia economica e ridurre la dipendenza dal dollaro nelle transazioni internazionali.
Infine la partnership strategica con la Cina è parte di una visione più ampia che punta a posizionare gli Emirati come un attore chiave nella stabilità e nello sviluppo della regione. Lo sceicco Tahnoon ha promosso un’agenda che cerca di bilanciare le relazioni con le potenze globali, mantenendo una politica estera autonoma e proiettata verso il futuro. La cooperazione con la Cina, in questo senso, è una componente essenziale di una strategia che mira a garantire agli EAU un ruolo di primo piano in un contesto geopolitico in trasformazione, dove le alleanze tradizionali sono affiancate da nuove partnership capaci di rispondere alle sfide globali.