Cina. Xi Jinping amplia il piano di sicurezza globale coinvolgendo il Ministero degli Esteri e le università

di Giuseppe Gagliano –

Il presidente cinese Xi Jinping sta rafforzando il proprio progetto di sicurezza globale attraverso un approccio che unisce il coinvolgimento diretto delle istituzioni diplomatiche e il supporto delle università nazionali. La recente iniziativa, guidata dal Ministero della Sicurezza dello Stato, punta alla creazione di una rete internazionale di società di sicurezza private cinesi (CSP), finalizzata a tutelare gli interessi economici e geopolitici della Cina all’estero. Tuttavia, l’espansione del progetto sta generando sfide significative, tra cui il rischio di perdita di controllo da parte del governo centrale.
Il Partito Comunista Cinese (PCC) ha assegnato al Ministero degli Esteri un ruolo centrale nella supervisione della rete di sicurezza. Questo coinvolgimento diplomatico mira a garantire che le operazioni delle società di sicurezza private cinesi siano in linea con gli obiettivi strategici di politica estera di Pechino. Tra le priorità vi è la protezione delle infrastrutture critiche all’estero, tra cui porti, ferrovie e centrali energetiche, costruite nell’ambito dell’iniziativa Belt and Road (BRI).
La centralizzazione del controllo attraverso il Ministero degli Esteri rappresenta una risposta alle preoccupazioni emerse negli ultimi anni, quando alcune CSP cinesi sono state accusate di agire in modo eccessivamente indipendente o di creare tensioni nei Paesi ospitanti. Questo cambiamento organizzativo riflette la necessità di un coordinamento più stretto tra le istituzioni cinesi e gli attori locali nei Paesi in cui queste società operano.
Parallelamente, il governo cinese ha rafforzato la cooperazione con le università nazionali, utilizzandole come centri di ricerca per sviluppare strategie di sicurezza globale. Istituzioni accademiche di prestigio come l’Università di Pechino e l’Università Fudan stanno conducendo studi approfonditi sulla sicurezza internazionale, fornendo analisi sui rischi geopolitici e formando professionisti qualificati per operare nelle CSP.
Le università stanno anche contribuendo alla progettazione di programmi di formazione avanzata, incentrati su cybersecurity, gestione delle crisi e operazioni nei teatri di conflitto. Questi sforzi mirano a garantire che il personale delle CSP sia ben preparato ad affrontare le sfide sempre più complesse della sicurezza globale.
Nonostante l’ambizione e l’impegno del governo cinese, il progetto della rete CSP sta incontrando diversi ostacoli:

1. Perdita di controllo centrale: Alcune società private stanno operando in modo indipendente, attirando critiche nei Paesi ospitanti per presunti abusi o interferenze nelle questioni locali.
2. Reazioni internazionali: La crescente presenza delle CSP cinesi in Africa, Asia e America Latina sta suscitando preoccupazioni tra le potenze occidentali, che vedono in queste operazioni una forma di “soft militarization” delle infrastrutture civili.
3. Rischi reputazionali: Le accuse di condotta aggressiva e mancanza di trasparenza da parte di alcune CSP potrebbero danneggiare l’immagine della Cina all’estero, compromettendo gli obiettivi della BRI.
4. Resistenze interne: Alcuni esponenti del Partito Comunista Cinese temono che il coinvolgimento delle CSP possa indebolire il controllo diretto del governo sulla politica di sicurezza nazionale, soprattutto in contesti sensibili come l’Africa subsahariana e il Medio Oriente.

Nonostante le difficoltà, la Cina sta continuando a espandere la rete CSP come parte di una strategia più ampia per consolidare la sua influenza globale. Questo progetto si integra con il Global Security Initiative (GSI), presentato da Xi Jinping nel 2022, che punta a promuovere una nuova architettura di sicurezza globale, fondata su principi cinesi come il rispetto della sovranità e la non interferenza.
Il rafforzamento delle CSP cinesi rappresenta un cambiamento significativo nel panorama della sicurezza globale. Mentre le potenze occidentali, come gli Stati Uniti, affidano tradizionalmente operazioni di sicurezza a società private come Blackwater, la Cina sta cercando di costruire un modello alternativo, in cui queste società fungano da estensioni della politica statale.
Tuttavia, questa strategia potrebbe aumentare le tensioni con le nazioni rivali, intensificando la competizione geopolitica nelle regioni critiche per la Belt and Road Initiative. Inoltre, il successo di questo modello dipenderà dalla capacità della Cina di garantire che le CSP operino in modo etico e trasparente, evitando accuse di neo-colonialismo o sfruttamento.
In definitiva, il progetto di Xi Jinping per una rete globale di sicurezza rappresenta una componente chiave della strategia cinese per affermarsi come leader globale, ma il suo successo dipenderà dalla capacità di bilanciare ambizioni strategiche con un’efficace gestione delle sfide operative e reputazionali.