Sanzioni alla Russia: perchè rischiano di non funzionare. E lo Swift potrebbe essere un boomerang

di Marco Baratto e Enrico Oliari –

Le sanzioni di Ue, Usa e occidente per la crisi ucraina scalfiscono solo in parte la Russia, anche perchè non interessano la maggior fonte di introito, cioè l’esportazione di gas. In un primo momento i leader occidentali avevano pensato di colpire, oltre a singoli, entità e società com’è stato, il finanziamento del debito pubblico russo, ma questo è solo al 20 percento del Pil, contro quello italiano di circa il 150%. La Banca centrale russa inoltre ha riserve in oro per 643 miliardi di dollari.
Al momento dell’attacco russo all’Ucraina il rublo ha subito un tonfo, salvo riprendersi già ieri, ed il presidente Vladimir Putin starebbe pensando al rublo digitale per aggirare le sanzioni e non ritrovarsi nella situazione del 2014, quando lo stop agli scambi commerciali costarono alla Russia 50 miliardi di dollari. L’ipotesi è stata lanciata da analisti statunitensi e ripresa dalla Cnn e da altre testate, ma l’idea di un rublo digitale rimane rischiosa in quanto internet rimane la terra di nessuno, ed anche oggi vi è stato un forte attacco hacker di Anonymous ai siti governativi russi.
La proposta di diverse cancellerie occidentali è quindi di colpire la Russia escludendola dallo Swift, il sistema che consente di effettuare bonifici e quindi pagare i creditori, interni ed internazionali, un’ipotesi che ha trovato il via libera dell’Italia con il premier Mario Draghi che ha detto in una telefonata al presidente ucraino Volodymyr Zelensky: l’Italia appoggia e appoggerà in pieno la linea dell’Unione Europea sulle sanzioni alla Russia, incluse quelle nell’ambito Swift”. Inoltre l’Italia “fornirà all’Ucraina assistenza per difendersi”, si legge nella nota di Palazzo Chigi.
Il Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunications (Swift) è un sistema belga di messaggistica che connette oltre 11mila istituzioni finanziarie per i loro trasferimenti di denaro in tutto il mondo. Di fatto non detiene o trasferisce fondi, ma consente alle banche e ad altre istituzioni finanziarie di allertarsi a vicenda quando sta per avvenire un trasferimento.
Per questo escludere un Paese dal sistema equivale ad eliminarlo dal sistema finanziario internazionale. Rimuovere la Russia dallo Swift renderebbe praticamente impossibile alle istituzioni finanziarie inviare denaro nel Paese o fuori dal Paese, con un contraccolpo durissimo per le aziende russe e i loro clienti stranieri, in particolare gli acquirenti di gas e petrolio.
Questo comporterebbe danni enormi anche all’Italia per via del gas importato, ma potrebbe spostare le transazioni internazionali della Federazione Russa verso il Il sistema di pagamento interbancario transfrontaliero (Cips), che è un sistema di pagamento che offre servizi di compensazione e regolamento ai partecipanti ai pagamenti e alle operazioni transfrontaliere in RMB. È un’importante infrastruttura del mercato finanziario in Cina, e sposterebbe il baricentro russo verso la Cina. Per la Russia la Cina rappresenta un mercato enorme, in crescita e vicino. Allo stesso tempo, la Cina fornisce alla Russia beni manifatturieri e investimenti a prezzi competitivi. Nel 2010 la Cina ha superato la Germania diventando il principale partner commerciale della Federazione Russa, anche se l’Unione Europea nel suo insieme rimane il maggiore partner economico.
Bloccare lo Swift alla Russia provocherebbe quindi danni limitati alla Russia, ma danni enormi ai Paesi europei, che non potendo pagare la fornitura di gas se la vedrebbero sospesa. In questo quadro tuttavia potrebbero inserirsi altri paesi, tra cui l’Ira, eternamente sanzionato dagli Usa, e non è un caso se il 19 gennaio il presidente della Repubblica Islamica, Ebrahim Raisi, ha parlato al temine del bilaterale con Vladimir Putin di “punto di svolta” nei rapporti di Mosca e Teheran, con “relazioni innalzate “ad un livello strategico” e con un “rafforzamento della cooperazione bilaterale tra Iran e Russia che porterà allo sviluppo dell’economia dei due Paesi, ma garantirà anche maggiore sicurezza nella regione e nel mondo”.
La prova di forza dell’occidente contro la Federazione Russa non giova quindi all’occidente e non fermerà i carri armati, bensì farà spostare gli interessi russi verso est e verso sud.